La Procura di Nola ha avviato un’indagine sul decesso della piccola Giulia, la bambina di 9 mesi sbranata dal pitbull di famiglia. Il padre, Vincenzo Loffredo, è ora indagato. La madre della bambina, Angela Castaldo, si trovava al lavoro in una pizzeria quando si è consumato il triste episodio.
La donna, rientrata dal lavoro, ha trovato l’appartamento ricoperto di sangue e ha raggiunto l’ospedale, dove si è scagliata contro il compagno con dei pugni. L’inchiesta ora mira a chiarire le responsabilità del padre e le circostanze che hanno portato al tremendo episodio.
Secondo alcuni residenti, l’animale era diventato molto pericoloso, ma non erano stati presi provvedimenti. In un primo momento, Vincenzo Loffredo ha portato la figlia in pronto soccorso dichiarando che era stata aggredita da cani randagi. Solo successivamente ha ammesso che era stato causato dal pitbull di famiglia. Ma non è tutto.
Secondo le prime ricostruzioni, al momento dei fatti l’uomo stava dormendo, stordito dall’uso di sostanze stupefacenti. Il test tossicologico effettuato presso la clinica Villa dei Fiori ha confermato la sua positività ai cannabinoidi. Si aggrava, dunque, la posizione del papà 25enne, che dovrà rispondere di gravi reati.
La bambina è deceduta prima dell’arrivo in ospedale a causa delle gravi ferite alla testa, al volto e agli arti. Il cane è stato preso in custodia dai veterinari dell’Asl Napoli 2, che hanno constatato la mancanza del microchip. Nel frattempo, la Procura ha acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza nei pressi del rione Ice Snei, per verificare se Loffredo fosse effettivamente rimasto in casa o se si fosse allontanato.