Il Tribunale di Padova ha emesso una condanna a 7 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti di un uomo di 48 anni, ritenuto colpevole di gravi reati commessi ai danni della figlia minorenne della sua ex compagna. Il procedimento ha visto coinvolta anche la madre della vittima, la quale ha patteggiato una pena pari a 3 anni e 9 mesi di carcere con il rito abbreviato, in quanto accusata di aver concorso nei fatti.
Entrambi gli imputati sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, di condotte lesive della dignità e dell’incolumità della minore. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli abusi risalgono al 2019, periodo in cui la vittima aveva appena 12 anni. Le prove raccolte durante l’istruttoria hanno dimostrato come la madre fosse a conoscenza della situazione e non solo non avesse impedito gli atti, ma avesse addirittura favorito il comportamento illecito del compagno.
Il caso è emerso solo tempo dopo, quando la ragazza, figlia di genitori separati, ha trovato il coraggio di confidarsi con un adulto di fiducia, permettendo così l’avvio dell’inchiesta. Le successive indagini hanno svelato una rete di condotte gravissime, tra cui la produzione e lo scambio di materiale illegale, attività che hanno aggravato ulteriormente la posizione degli imputati.
Durante il processo, la madre ha tentato di difendersi sostenendo di essersi allontanata da casa nei momenti più critici, ma il collegio giudicante ha ritenuto attendibili le ricostruzioni accusatorie, evidenziando come la donna fosse pienamente consapevole di ciò che accadeva e vi avesse partecipato attivamente. Per l’uomo, considerato l’autore principale degli abusi, la Procura aveva richiesto una pena ancora più elevata.
La condanna inflitta include anche l’interdizione dai pubblici uffici, misura che mira a impedire futuri contatti con ambienti sensibili. La sentenza è stata accolta con amarezza ma anche con la speranza che possa rappresentare un segnale chiaro contro ogni forma di violenza sui minori.