La piccola Agnese è rimasta cinque ore chiusa sotto al sole, nella vettura in cui il padre, per errore, l’aveva dimenticata e sono stati i colleghi dell’uomo ad accorgersi di quella bimba nell’auto, allertando immediatamente i soccorsi.
Quando Sirio è stato allertato, probabilmente ha capito che ormai l’irreversibile o qualcosa di molto grave era già successo, anche perché con il caldo rovente di questi giorni, è davvero impossibile da reggere per una neonata, così come per gli anziani e i soggetti fragili, resistere. Si toccavano i 38 gradi e Agnese, purtroppo, non ce l’ha fatta. Sirio, a quel punto, ha urlato disperato: «Agnese, Agnese».
Delle parole che oggi, fanno venire la pelle d’oca, come a volerle dire, “dove sei? non mi lasciare!” , ed ancora: “ resisti, non andare via”. La piccola era ormai priva di sensi e quando i soccorsi del Suem di Mestre, sono giunti sul posto, effettuando la manovra cardiopolmonare, si sono dovuti purtroppo arrendere, tra le strazianti urla di un padre che, in quel frangente, sconvolto, aveva forse già metabolizzato che la sua adorata bambina non c’era più.
Papà Sirio ha accusato un malore e, così come la moglie, è stato portato in ospedale in stato di sconvolgimento. Per far luce sui fatti, è stata aperta un’inchiesta,che sarà utile a ricostruire, in dettaglio, la tragedia e sono i carabinieri della Compagnia di Mestre ad occuparsi delle indagini. C’è una domanda, in particolare, cui gli inquirenti devono rispondere.
Essa riguarda il seggiolino anti-abbandono che, per legge, è obbligatorio fino al raggiungimento dei 4 anni. Se fosse stato presente e funzionante all’interno della vettura, forse la piccola Agnese avrebbe potuto essere salvata. Su questo e su molto altro, le forze dell’ordine devono trovare delle risposte.