È stata una serata di calcio indimenticabile, di quelle che rimangono scolpite nella memoria di ogni tifoso. San Siro vestito a festa, 75.000 cuori nerazzurri pulsanti all’unisono, un Inter-Barcellona che già alla vigilia prometteva emozioni e che ha finito per superare ogni aspettativa.
In campo, i giocatori hanno scritto una pagina gloriosa della storia nerazzurra, ma anche fuori dal campo qualcuno ha vissuto una serata dall’intensità quasi insostenibile. È il caso di Beppe Bergomi, leggenda interista e seconda voce di Sky Sport, che ha accompagnato la telecronaca al fianco di Fabio Caressa. Al fischio finale del direttore di gara Marciniak, Bergomi non è riuscito a trattenere l’emozione.
Si è lasciato travolgere dal pathos del momento. I suoi occhi lucidi, la voce rotta, un attimo di silenzio carico di significato: un simbolo dell’interismo che si commuove, che vive ancora ogni partita come se fosse in campo, come se portasse ancora la fascia al braccio.
L’Inter ha fatto impazzire San Siro e ha fatto piangere anche chi, come Bergomi, ha visto e vissuto tutto ma non ha mai smesso di amare quei colori. In un calcio sempre più cinico e televisivo, quel momento di pura umanità ha ricordato quanto ancora sappia emozionare questo sport.
Non sono però mancate anche le polemiche. I tifosi neutrali hanno lamentato una telecronaca chiaramente troppo schierata e da tifoso di Bergomi, che si è lasciato andare troppe volte ad urli e schiamazzi. Comprensibile, però, vista la partita epica.