In un contesto internazionale segnato da instabilità crescente – dalle tensioni tra Iran e Israele alla crescente attenzione degli Stati Uniti verso lo scacchiere mediterraneo – l’Italia si conferma un nodo cruciale per la strategia militare della NATO.
Tra le aree chiave del Nord e del Centro Italia spicca la base aerea di Aviano, in Friuli Venezia Giulia: uno dei presidi più rilevanti per l’aviazione statunitense, essenziale per le operazioni di pronto intervento. In Veneto, la città di Vicenza ospita la caserma Ederle e la base Del Din, cuori pulsanti delle forze terrestri e delle unità di intervento rapido.
La Toscana, invece, accoglie Camp Darby, tra Pisa e Livorno, con uno dei più grandi depositi di armi e munizioni d’Europa, collegato logisticamente al porto di Livorno. Ma è nel Sud Italia e sulle isole che si concentra la rete più densa. Sigonella, in Sicilia, è considerata un punto strategico nel Mediterraneo, utilizzata sia per missioni di sorveglianza che per operazioni logistiche. Sempre in Sicilia, Augusta è un riferimento per la flotta navale.
A Gaeta, nel Lazio, è ormeggiata la nave ammiraglia della Sesta Flotta americana. In Campania, nei pressi di Napoli, si trova la base di Gricignano d’Aversa, il quartier generale del comando NATO JFC di Lago Patria e altri centri operativi fondamentali. Secondo dati diffusi da PeaceLink, in Italia sono attive circa 120 installazioni statunitensi, su un totale di oltre 240 strutture militari presenti sul territorio nazionale.
Se un tempo la loro esistenza era poco conosciuta, oggi è facilmente documentabile grazie a fonti ufficiali e immagini satellitari. Questi insediamenti non servono solo fini militari: ospitano famiglie, scuole, centri ricreativi e rappresentano un’infrastruttura integrata – e strategicamente invisibile – nel tessuto italiano.