Bambino picchiato dal nonno: la folla si fa giustizia da sola (2 / 2)

In attesa che le indagini facciano il loro corso, la folla non è riuscita a trattenersi, aggredendo verbalmente e fisicamente davanti a un ufficio postale di Ventimiglia il nonno acquisito del bambino di 6 anni. ricoverato a Genova dopo aver subito un pestaggio lo scorso 19 dicembre. Non ce l’hanno fatta i concittadini a contenere la rabbia, l’indignazione, l’ira nei confronti di quell’uomo che si sarebbe macchiato di reati atroci.

Ricordiamo, per dover di cronaca, che sia l’uomo, un 66enne in pensione, che la nonna paterna, sono indagati per lesioni gravissime e dolose. L’uomo sarebbe stato aggredito mentre si trovava in strada a Ventimiglia con calci e pugni. L’avvocato che lo difende ha  già presentato denuncia contro ignoti per l’accaduto, al fronte di poter individuare, magari tramite videocamere di sorveglianza o testimoni oculari, chi lo ha picchiato.

Intanto dal Gaslini di Genova, in cui R. è ricoverato sin dal giorno dell’aggressione, arrivano notizie positive: le sue condizioni stanno migliorando. Il piccolo ha avuto incubi notte e giorno e ora si trova in una stanza privata, monitorato attentamente dai medici, in quanto ha dei flashback di quello che è stato costretto a subire.

Sulla presunta aggressione subita dal nonno paterno è intervenuto il padre del bambino. “Ho lanciato un appello cercando di trattenere tutti i miei concittadini e cercando di farvi capire che così si rallentano le indagini. In questo caos la magistratura fa fatica a proseguire nel lavoro. Ve lo chiedo con il cuore in mano, state buoni, per favore, chi ci rimette è solo R”.

Queste sono storie dell’orrore, di cui si fa enorme fatica a parlare anche se si è giornalisti di cronaca. Ancora una volta la vittima è un minore; uno di quelli che tanto avremmo voluto proteggere al di sopra di ogni cosa. Eppure, la strage non si ferma, indice di un‘emergenza che non può essere bypassata. Occorre un rigido intervento del legislatore per fermare questa scia di sangue che lascia un danno psicologico e fisico irreversibile alle vittime e ai familiari.