Bambina rapita a Firenze, l’annuncio del generale Garofano: "Kata è viva" (2 / 2)

Il generale Garofano, intervistato da Fanpage.it, si è espresso sulla scomparsa della piccola Kata e le sue parole arrivano dritte al cuore di tutti coloro che stanno seguendo questo caso, in quanto lasciano  ben sperare, trasmettendo ottimismo attorno al giallo della minore peruviana.

Queste le parole del generale: “Se sono ancora fiducioso? Sì, continuo a credere che la bambina sia viva”. L’ex generale del Ris di Parma è stato chiamato come consulente dei genitori della bambina scomparsa e la scorsa settimana, assieme ai legali che stanno assistendo i genitori di Kata, Sharon Matteoni e Filippo Zanasi,  ha effettuato un sopralluogo, l’ennesimo, nell’ ex hotel Astor, quello da cui la bimba è scomparsa 4 mesi fa.

Il generale ha aggiunto: Abbiamo fatto alcune osservazioni, abbiamo segnalato ai carabinieri alcuni approfondimenti da farsi di cui non posso parlare. Al momento non abbiamo nessun esito relativo agli approfondimenti richiesti, tranne che la signora Katherine, la mamma della bambina, quello stesso pomeriggio è stata sentita dagli inquirenti ma quello che è stato oggetto di questo ulteriore interrogatorio non ci è consentito dirlo”.

Garofano ha espresso la sua opinione anche sui risultati degli esami condotti dal medico legale Ugo Ricci, secondo cui le tracce ematiche rinvenute nei rubinetti della stanza 104 dell’ex hotel Astor non apparterrebbero a Kata, così come non sarebbero della minore peruviana i borsoni e trolley sequestrati a tre dei cinque indagati  per la sua scomparsa.  Questa l’opinione resa dal generale ai microfoni di Fanpage:  “Mi sembrano neutri come risultati, magari avessi la soluzione di questo caso, ma continuo a credere che la bambina sia viva, non chiedetemi perché, e che si possa arrivare a questa soluzione”.

In una nota emessa dai legali dei genitori di Kata si legge: “I legali Sharon Matteoni e Filippo Zanasi con Katherine e Miguel, genitori della piccola Kata chiedono alla stampa e all’opinione pubblica di non dimenticare la bambina. Ma di continuare a mostrare foto e lanciare appelli. Non dimentichiamo Kata. Sono trascorsi 110 giorni e nulla è cambiato”. Ancora una volta, un invito a non dimenticare Kata, mantenendo sempre in primo piano il suo caso.