Una sconfitta a Fortnite sarebbe il movente del delitto di Louise, questa splendida bambina bionda, di soli 11 anni, che vedete in foto. La rabbia per aver perso al gioco, la necessità di rubare qualcosa o ricattare qualcuno per calmarsi, avrebbe guidato la mano del presunto responsabile del delitto di Louise,.
Il procuratore di Évry, che ha ricostruito le ultime ore di vita della bambina e la confessione del suo killer, 23enne vicino di casa, studente di informatica e, a quanto pare, dipendente dai videogiochi.
Il ragazzo ha confessato che, la sera del delitto, era particolarmente nervoso per aver perso ad un videogioco. Il procuratore ha spiegato che, quando era nervoso, tendeva ad uscire a piedi o in auto per calmarsi. Louise, venerdì scorso, ha incontrato il suo carnefice all’uscita da scuola. Lui l’ha attirata nel bosco dei Templiers, con la scusa di derubarla.
La minore ha iniziato ad urlare e lui ha perso la pazienza, raggiungendola con dieci fendenti . A incastrarlo, il dna rinvenuto sul corpo della bimba dai poliziotti, che lo hanno portato a confessare.
Peraltro, le mani del ragazzo presentavano segni, tra cui tagli e graffi, compatibili con una colluttazione. Il padre e la madre di Loise sono stati rilasciati, dopo il loro arresto per “omessa denuncia di reato”, mentre il 23enne ha avuto la custodia cautelare in cella. Le indagini, intanto, proseguono a ritmo serrato per ricostruire nei dettagli ciò che è successo.