Dal primo esito dell’autopsia eseguita nei giorni scorsi dall’Università di Padova, pare che l’autista del bus non avrebbe avuto alcun malore in quegli attimi tremendi sul cavalcavia superiore di Marghera. Non sono emerse evidenze chiare di un malore dalle prime analisi dell’esame autoptico, che dovrà essere approfondito nei prossimi giorni.
All’inizio della prossima settimana arriveranno le prime conferme ufficiali. I medici legali incaricati dal pm Laura Cameli svolgeranno un’analisi più approfondita del cuore che confermerà ulteriormente il buono stato di salute in cui versava il conducente in quegli attimi.
Esclusa quasi del tutto questa ipotesi, è evidente come la ricostruzione dei fatti si complichi ulteriormente. Si tiene ancora in considerazione il possibile colpo di sonno del conducente oppure una banale distrazione, motivo per il quale il suo cellulare è stato affidato ai periti per un’analisi tecnica.
Parallelamente nel registro della procura sono finiti 3 indagati per strage: si tratta dell’AD della società proprietaria del pullman e due funzionari del Comune di Venezia del settore strade. Sono in programma delle perizie tecniche da effettuare sulle barriera di sicurezza del cavalcavia, affidate all’ispettore del MIt Placido Migliorino.
Intanto, in queste ore si fa sempre più strada una nuova pista: quella del guasto dell’autobus. Inizialmente non era ritenuta molto attendibile, in quanto il bus in questione era entrato in funzione appena un anno fa e si trattava di un modella nuovissimo. Vista la strana assenza di segni di frenata lungo quel tratto del cavalcavia, occorrerà valutare appunto il funzionamento dei freni del bus.