Il pm del Tribunale dei minori di Bologna, Simone Purgato, ha chiesto e ottenuto dal giudice Chiara Alberti di contestare al 15enne, ex fidanzatino di Aurora Tila anche l’aggravante degli «atti persecutori», aggravati dal fatto che la ragazzina avesse solo 13 anni, e che era il suo fidanzato, sebbene lei volesse chiudere la relazione ( cosa che lui non sopportava).
L’accusa ritiene che il ragazzo avrebbe spinto la 13enne dal balcone del settimo piano del palazzo, colpendola poi alle mani per farla cadere dopo che si era aggrappata alla ringhiera e questo sarebbe avvalorato da un vero e proprio piano messo in atto dal 15enne. Questo il 9 ottobre, scriveva: “Il mio piano di vendetta inizia da ora, mercoledì 9 ottobre alle ore 2.50».
Tutto è iniziato quando Aurora ha deciso di interrompere la relazione, dando vita a violenze fisiche e psicologiche, tra cui schiaffi , strattonamenti, numerosi messaggi per denigrarla, umiliarla, spaventarla, sino al delitto. La difesa del 15enne ha chiesto un termine e la prossima udienza è stata fissata il 26 giugno, in cui si discuterà la richiesta degli avvocati difensori del 15enne di procedere con rito abbreviato condizionato all’audizione di due consulenti medico legali.
Aurora Tila ha addirittura chiesto aiuto a Chat Gpt sul futuro della sua relazione, in particolare se doveva lasciare il 15enne, se si trattava di un amore vero o tossico, confidandosi con l’intelligenza artificiale dopo tutti i comportamenti che lui metteva in atto ai suoi danni.
Per l‘AI lei doveva lasciarlo ma anche questo fa riflettere su una piaga fortissima dei giovani d’oggi, quella di esternare i loro problemi o chiedere aiuto all’intelligenza artificiale piuttosto che a i genitori o agli amici. Proprio per questo, in tanti si auspicano un controllo degli adulti sull’uso di queste app da parte dei minori.