Attenzione, è davvero disgustoso eppure lo mangiamo tutti (specialmente i bimbi) (2 / 2)

Si tratta di prodotti che mettiamo quasi automaticamente nel carrello della spesa, senza sapere quali siano i rischi correlati al loro consumo. Quello che vediamo in foto, sapete cos’è? E’ olio di palma, un grasso di origine vegetale che si ricava dalla spremitura della polpa del frutto della palma da olio.

Innanzitutto cerchiamo di capire perché viene così tanto impiegato, essendo per lo più motivazioni economiche: si comprimono i costi di produzione, garantisce una conservazione più lunga dei prodotti, è resistente alle temperature e all’irrancidimento, dona struttura e consistenza, quindi rende i prodotti più accattivanti all’aspetto, è insapore.

Ecco che, lo troviamo in molti prodotti largamente consumati dai nostri bambini: prodotti da forno, biscotti, crackers, biscotti, creme dolci spalmabili, patatine fritte, snack salati, margarina. Ma con quali rischi per la salute? Ce lo siamo mai chiesti? Sotto accusa è l‘acido palmitico in esso contenuto che può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Purtroppo, questo non è l’unico rischio per la salute, dato che aumenta la concentrazione di grassi nel sangue, aumenta i livelli di colesterolo cattivo e dei trigliceridi. All’olio di palma è legato il rischio di aterosclerosi, diabete e alcune forme tumorali.

L’olio di palma fa male soprattutto ai bambini. Dato che questo grasso si trova quasi ovunque ed ha letteralmente invaso il mondo alimentare italiano, diventando, probabilmente quello più utilizzato, quindi come raggirare questo pericolo? Incominciando a scegliere alternative sane: olio di semi di girasole, di semi di soia, di riso, di oliva, di mais. Dato che viene consumato eccessivamente in ristoranti e friggitorie di basso profilo, non ci resta che leggere attentamente le etichette dei prodotti che acquistiamo, iniziando a mangiare meglio, in modo più sano.

Non va tralasciato il forte impatto ambientale che la coltura intensiva delle palme da olio sta avendo nel sud-est asiatico, con la distruzione di vastissime aree di foresta tropicale per far spazio ad enormi piantagioni che non sono destinate alla sola produzione di olio alimentare ma anche a quella di biocarburanti, lubrificanti e altri derivati. Capiamo bene quanto sia necessario scegliere alternative più salutari.