La risposta è stata cercata immediatamente negli elementi concreti lasciati sul posto. La deflagrazione, avvenuta giovedì sera a Pomezia, ha semidistrutto le auto di servizio in uso a Sigfrido Ranucci, il volto noto della trasmissione Report. Si è trattato, secondo le prime verifiche, di un ordigno rudimentale.
La potenza della carica ha garantito un danno ingente, un gesto pensato per lanciare un messaggio mirato .Le indagini sono state affidate immediatamente a L’Antimafia e il fascicolo aperto è, inequivocabilmente, per attentato. Il movente principale al vaglio degli inquirenti è legato proprio al lavoro del giornalista: una motivazione per le inchieste giornalistiche scomode.Tuttavia, le piste investigative sono più ampie. Gli investigatori non escludono l’ipotesi di un coinvolgimento da parte della malavita locale o persino di frange legate agli ultras.
Al fine di ricostruire la dinamica, gli esperti del RIS sono al lavoro per analizzare ogni frammento del congegno, sperando di risalire a una firma o a una tecnica di assemblaggio specifica.
Nel frattempo, si cerca attivamente la persona incappucciata che, secondo la testimonianza di un residente, si sarebbe allontanata pochi attimi prima della deflagrazione. Verifiche sono in corso anche su un’auto che potrebbe aver garantito la fuga al responsabile o ai responsabili dell’azione.
Nelle prossime ore o al massimo neo prossimi giorni si potranno conoscere altri dettagli su questo importante evento che ha visto ha preso di mira il giornalista Sigfrido Ranucci qualcosa di davvero incredibile e gravissimo che nessunoappunto si sarebbe aspettato. I dettagli ultriori saranno resi noti non appena le forze dell’ordine capirano di più come detto si segue la pista della malavita locale e degli ultras, non ci sarebbero pressioni partite da qualche frangia politica.