Arriva una nuova truffa: "Pronto, siamo i carabinieri" (2 / 2)

In Italia sta destando preoccupazione una nuova truffa telefonica, che ha recentemente coinvolto un poliziotto in pensione di Piacenza. Fingendosi carabinieri, i truffatori lo hanno contattato utilizzando un numero clonato del centralino ufficiale dei Carabinieri di Piacenza.

“Poco prima delle 14 di giovedì 2 gennaio ho ricevuto una telefonata proveniente dal numero del centralino dei Carabinieri di Piacenza. Una voce maschile, dal tono sospetto e forse in falsetto, si è presentata come colonnello ‘tal-dei-tali’. Anche se gli ho chiesto di ripetere il cognome, non sono riuscito a comprenderlo”, ha raccontato l’uomo.

Durante la telefonata, hanno cercato di ottenere un consenso vocale registrabile, una tecnica nota per attivare contratti o operazioni fraudolente. Insospettito, l’ex agente ha interrotto la chiamata e successivamente ha contattato il 112 per segnalare l’episodio.

“Al militare ho riassunto quanto mi era successo e ovviamente in quel momento mi sono reso conto che colui che mi aveva telefonato era riuscito in qualche modo a clonare il numero di telefono dei carabinieri di Piacenza“, ha spiegato il poliziotto in pensione.

Questo metodo, noto come spoofing telefonico, è stato utilizzato anche in Sardegna, dove un 74enne è stato contattato da un falso carabiniere che gli ha chiesto un bonifico di centomila euro per proteggere i suoi risparmi. Fortunatamente, la vittima ha capito l’inganno e denunciato il tentativo di truffa. Si tratta di una tecnica fraudolenta in cui i truffatori manipolano l’identificativo del chiamante (caller ID) per far apparire che la chiamata provenga da un numero legittimo, come quello di un ente pubblico, una banca o un’organizzazione rispettabile.

La vicenda evidenzia come i truffatori stiano affinando le loro tecniche per apparire credibili, sfruttando numeri autentici e scenari plausibili. Gli episodi sottolineano l’importanza di rimanere vigili e verificare sempre l’identità di chi ci contatta, evitando di fornire informazioni personali o denaro senza adeguate conferme.