Arriva il via libera del Trentino all’abbattimento: ecco cosa succede ora (2 / 2)

Ancora polemiche in Italia per la decisione del Trentino di abbattere un altro orso ritenuto pericoloso per la pubblica incolumità. Lo scorso 5 marzo un uomo sarebbe stato ferito dall’orso MJ5 in Val di Rabbi e per questo motivo ora ricercato dal Corpo forestale provinciale trentino.

In quell’occasione la vittima si è imbattuto nell’orso mentre percorreva un sentiero SAT-CAI in località Mandriole, nel comune di Malè. Miracolosamente l’uomo è scampato alla morte, riportando solo delle lesioni sul braccio e alla testa; è stato poi trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale di Cles, dove ha ricevuto tutte le cure del caso.

Il provvedimento del presidente provinciale prevede la preliminare cattura dell’orso e la sua successiva soppressione. Un iter deciso per far sì che si effettui la preliminare identificazione genetica dell’esemplare, così come disposto dall’Ispra, cioè l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Il decreto emesso in queste ore è stato giustificato così dal presidente Fugatti: “Ora per noi il problema non è più Jj4 ma la convivenza uomo-animale. Chi vuole bene al progetto non pensi a quest’orsa, ma ci aiuti a trasferire gli esemplari in soprannumero. Chi ora si preoccupa delle condizioni di Jj4 fa ideologia e non ha a cuore la sopravvivenza del progetto Life Ursus”.

Il governatore provinciale era già stato aspramente criticato dalle associazioni animaliste che continuano a chiedere provvedimenti più clementi e meno drastici per affrontare il problema della convivenza uomo-animale. E’ chiaro a tutti che la popolazione degli orsi in Trentino è cresciuta eccessivamente, ma è possibile sventare nuovi drammi anche con misure di altro tipo, come il trasferimento degli animali in altre zone.