Arcangelo ci lascia a soli 18 anni, le parole e la confessione del cugino 19enne (2 / 2)

 

Il racconto di Caiafa, in lacrime, reso dinnanzi al pm Ciro Capasso, ripercorre gli ultimi istanti di vita di Arcangelo Correra. I due cugini, insieme ad altri amici, stavano armeggiando quando è partito un colpo in maniera accidentale, che ha raggiunto Correra alla testa e per lui, purtroppo, non c’è stato nulla da fare, a causa delle sue gravissime condizioni.

Nonostante la corsa all’ ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, il destino del 18enne era già segnato, difatti è spirato poco dopo il ricovero. Caifa, dinnanzi al magistrato, ha dichiarato: “Che guaio ho combinato. Non pensavo che fosse vera, non avevo mai visto una pistola prima. Stavamo giocando. Ho capito tutto solo quando ho visto il  sul corpo di Arcangelo. Non volevo, non volevo”. 

Il 19enne peraltro, ha raccontato agli investigatori della Squadra Mobile di Napoli, che quella sera insieme ad altri amici lui e Arcangelo si trovavano in piazza Capuano, notando l’aggeggio appoggiato sul pneumatico di un’auto. Ipotizzando che si trattasse di una giocattolo, l’hanno maneggiata, ma è partito un colpo ,purtroppo vero, che ha colpito Arcangelo Correra alla testa.

Si trattava di una vera Beretta calibro 9.21,carica. A quel punto,  Caiafa ha trasportato il cugino  in ospedale, dove Arcangelo è spirato poco dopo. Il questore di Napoli,  commentando il decesso del 18enne, ha ribadito quanto oggi sia facile, specie tra i giovani, trovare armi, questo anche a causa della camorra.

Il questore ha aggiunto: “Se si gira se si spara per un nonnulla, è evidente che è radicata una mentalità camorristica e una metodologia di azione camorristica”, ribadendo quanto preziosa sia un’azione multidisciplinare a supporto di quella delle forze dell’ordine.