Angela, la notizia improvvisa dopo le sei operazioni e il coma (2 / 2)

Ricorderemo tutti una storia molto toccante, quella di una giovanissima mamma di 3 figli,, la 29enne Angela Iannotta che, sottopostasi a interventi bariatrici in cliniche private, è finita in coma. Solo di recente, grazie alla ricostruzione dello stomaco e dell’ intestino, alla donna è stata salvata la vita. Un caso di malasanità che ha fatto si che la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un’inchiesta che vede indagato, assieme ad altri colleghi che hanno avuto in cura Angela ma anche altre persone per gli stessi motivi, Stefano Cristiano, chirurgo bariatrico napoletano.

Ora finalmente è arrivata la buona notizia: Angela ha finalmente lasciato l’ospedale, che è stato la sua casa per molti mesi, rilasciando un’intervista in cui ha ripercorso il suo calvario, spostandosi a fatica nella cucina di casa, al terzo piano di un palazzo senza ascensore.

Finalmente ha potuto riabbracciare i suoi 3 bambini: Luigi, di 10 anni, Cristina, di 9 e la piccoletta della famiglia, che ha poco più di 2 anni e, al momento, è con i nonni. Tra postumi e complicanze del secondo intervento di mini-bypass gastrico, non li vedeva da 7 mesi.

Ora Angela si sente rinata, seppur consapevole che la sua vita non sarà più quella di prima, dovendosi sottoporsi a controlli costanti, come quello programmato per il 13 luglio. Il suo pancreas non esiste più. i suoi organi, colpiti da setticemia, che la fece cadere in coma, funzionano a meno del 50% ma lei è salva. Dopo aver festeggiato il suo rientro a casa con un po’ di pastasciutta e mezza mozzarella, il suo obiettivo è un peso forma standard, mangiando di tutto un po’.

Dopo aver rivolto i suoi ringraziamenti e tutta la sua gratitudine al professor Corcione e alla sua equipe che l’ha operata al Policlinico, ha voluto dare un consiglio a tante gente che si trova nelle sue condizioni: “La vita non è solo infilarsi in un jeans taglia 42. Alle donne dico che devono piacersi così come sono e, in generale, che bisogna scegliere bene i professionisti ai quali affidarsi ed essere consapevoli dei rischi e delle incognite che si possono affrontare, anche per piccoli interventi. Nel mio caso, mi colpisce come abbiano tenuto nascosto a me come ai miei familiari il fatto che le strutture convenzionate in cui sono stata operata non fossero dotate di terapia intensiva e di rianimazione. È un fatto grave”.