Nonostante le speranze, i tratti somatici della ragazza segnalata in Turchia non corrispondono a quelli di Angela Celentano. Tuttavia, il Ministero della Giustizia italiano ha deciso di sollecitare un’ultima risposta alle autorità turche. Questo ulteriore accertamento rappresenta forse l’ultima occasione per chiarire i dubbi rimasti su questa pista, già analizzata e archiviata quindici anni fa.
Per la famiglia di Angela, si prospettano altri quattro mesi di incertezza. Il tribunale di Napoli ha concesso una nuova proroga di 120 giorni per le indagini, sperando che la rogatoria internazionale porti finalmente chiarezza. Il caso, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia, rimane aperto con l’accusa di riduzione in schiavitù contro ignoti.
Le indagini sulla “pista turca” sono state spesso ostacolate da errori e fraintendimenti. In passato, gli investigatori hanno persino perquisito l’abitazione sbagliata, confondendo due veterinari con nomi simili. Oggi, grazie a nuove tecnologie, è stata eseguita una perizia elettronica che ha escluso che la ragazza segnalata sia Angela.
L’ultima verifica riguarda un uomo che potrebbe aver adottato Angela illegalmente. Se le autorità turche non risponderanno entro i tempi stabiliti, il caso rischia di essere definitivamente archiviato. Per la famiglia, questa possibilità rappresenta un’ulteriore vuoto in una vicenda che da anni non trova una soluzione.
La “pista turca” non è l’unica ad essere stata esplorata. In passato, altre ipotesi, come quella messicana e venezuelana, si sono rivelate infondate. Ora, l’attesa per una risposta dalla Turchia potrebbe segnare la fine di un’altra strada senza uscita, lasciando la famiglia di Angela con un’unica certezza: il loro vuoto non ha trovato giustizia. Angela Celentano è ancora un mistero irrisolto. Riusciremo mai a sapere la verità?