Sono state predisposte nuove indagini sulla cosiddetta “pista della Turchia” nell’ ambito del procedimento giudiziario legato alla scomparsa di Angela Celentano. A dare l’input è stata il gip di Napoli, Federica Colucci, sebbene la Procura di Napoli, nella figura del sostituto procuratore della Dda Giuseppe Cimmarotta, proprio di recente ne avesse chiesto l’archiviazione. Di Angela si erano perse le tracce il 10 agosto del 1996 mentre si trovava sul Monte Faito con la famiglia per una scampagnata.
Prevede anche l’esame del Dna l’elenco degli accertamenti che il gip di Napoli Colucci ha disposto nell’ambito della “pista turca”, relativa alla ricerche di Angela Celentano.
Il giudice chiede tra l’altro che vengano sentiti i presunti testimoni turchi, in particolare, un avvocato, per identificare la ragazza ritratta in una foto estrapolata da un video depositato dalla blogger Trentinella che, secondo il Ros, sarebbe somigliante alla ricostruzione del viso di Angela. A chiedere l’esame Dna sono stati gli avvocati della famiglia.
La richiesta di archiviazione formulata dagli inquirenti si fonda, in sostanza, sulla mancanza di riscontri e, tra l’altro, anche sugli accertamenti messi in atto che, ad oggi, non hanno fornito risultati apprezzabili, in particolare quelli riguardanti la corrispondenza tra i tratti somatici di Angela proprio con quelli di una giovane ritratta in una foto. Il prolungamento delle indagini è stato comunicato alla famiglia Celentano che è assistita dagli avvocati Enrica Visconti e Luigi Ferrandino.
La genesi della pista turca, tornando indietro nel tempo, parte nel 2009 su idea della blogger Vincenza Trentinella che aveva riferito di avere acquisito informazioni da un sacerdote il quale le disse di avere saputo da una fedele che Angela Celentano si trovava in Turchia.