Andrea Prospero, arriva la svolta nel caso: "C’è un arresto" (2 / 2)

Prospero era uno studente fuori sede iscritto a Informatica all’Università di Perugia e condivideva l’alloggio con la sorella gemella, Anna. Il giorno della scomparsa avrebbe dovuto incontrarla, ma dopo aver ascoltato alcuni suoi messaggi vocali intorno alle 13, non ha più risposto e dalle 13.21 il suo telefono si è spento.

In seguito alla denuncia di scomparsa, il corpo del giovane è stato ritrovato cinque giorni dopo in una stanza affittata come bed&breakfast. L’esame autoptico ha rivelato che la causa del decesso è un mix letale di farmaci, tra cui benzodiazepine e ossicodone, che hanno provocato un effetto depressivo sul sistema respiratorio e cardiovascolare.

Fin dall’inizio la famiglia di Andrea ha escluso l’ipotesi del gesto volontario, sospettando che qualcuno possa averlo indotto a togliersi la vita. Le indagini hanno rivelato dettagli inquietanti: nella sua abitazione la polizia ha trovato cinque telefoni cellulari, 60 schede SIM e tre carte di credito non intestate a lui. La vera svolta è arrivata però in queste ore: cosa è successo?

La Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ha emesso un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di un giovane residente in provincia di Roma, accusato di istigazione o aiuto al suicidio nel caso di Andrea Prospero, il 19enne scomparso e ritrovato senza vita lo scorso 29 gennaio in un appartamento in via del Prospetto, a Perugia.

Maggiori dettagli saranno forniti in una conferenza stampa convocata per le 12 presso la Questura di Perugia.  Gli inquirenti stanno cercando di chiarire il possibile coinvolgimento del 19enne in attività informatiche illecite e se la sua scomparsa possa essere collegata a questi elementi. L’arresto segna un’importante svolta nel caso, ma restano ancora molte domande aperte sulle circostanze del macabro accaduto.