Claudio Amendola, in una lunghissima un’intervista, ha affrontato il tema dei contributi lavorativi e le sue parole non sono passate inosservate, generando una marea di commenti tra chi supporta in toto il suo pensiero e chi, al contrario ,se ne discosta profondamente.
L’attore ha dichiarato: “Se in un anno ho guadagnato tre milioni, più della metà li ho versati felicemente in tasse. Io guadagno e pago tutto a mio nome”. Se lui è così corretto, non tutti lo sono, difatti senza mezzi termini né giri di parole, ha proseguito dicendo: “Tanta gente molto più ricca di me lavora facendo intestare a tante società. E così a volte mi è sembrato strano e ‘simpatico’ pagare più tasse di certa gente”.
Claudio non è più un giovincello, avendo quasi 61 anni e , nel corso dell’intervista, si è sbilanciato sulla somma a cui ammonterà la sua pensione che, come avrete modo di vedere, è pazzesca. Queste le sue parole: “Dopo 42 anni di lavoro e decine di milioni di euro versati, fra due anni prenderò 14.000 euro al mese. Se penso che ci sono certi manager che ne prendono 80.000”.
Noi tutti conosciamo la sua carriera televisiva e cinematografica ma solo i fan, probabilmente, sanno che oltre alla stessa, in parallelo, ce n’è un’altra, quella imprenditoriale, in quanto Claudio ha aperto tre ristoranti che in parte gestisce personalmente, e in parte affida ad alcuni collaboratori, dei quali si fida ciecamente, dando lavoro, dice, ad una quarantina di persone.
Nella lunga intervista, si è detto molto ma molto fortunato, facendo un lavoro che sa fare, in cui è molto richiesto non solo come attore ma anche come regista. Ha solo un rimpianto: essersi fermato alla licenzia media. Nel 2017 è stato colpito da infarto, dovuto allo stress Da allora si sottopone periodicamente ai controlli .