La Procura di Belluno si sta occupando del caso dei due alpinisti deceduti, dopo essere stati colpiti, domenica, da una valanga. Dalla prima ricostruzione dell’accaduto, un gruppo di scialpinisti, composto da sei persone, stava scendendo a valle a quota 2.300metri, sul versante ovest di Forcella Giau, nel territorio di San Vito di Cadore.
A rompere il silenzio è stato il sopravvissuto alla valanga, Marco DallaLonga, di Col San Martino, un miracolato, come avrete modo di constatare, proprio sulla base delle sue esternazioni.
L’uomo ha dichiarato: “Sono vivo per miracolo, sono stato colpito parzialmente dal lembo superiore della valanga e sono stato trascinato giù per una ventina di metri. E poi ho capito che Abel ed Elisa erano rimasti sotto”.
Dalla Longa ha cominciato a scavare, scavando fino a quando ha trovato Abel Ayala Anchundia, sepolto sotto due metri di neve, che non respirava e non aveva battito cardiaco. Ha provato apraticargli il massaggio cardiaco in attesa dell’arrivo dei soccorsi, ma è stato tutto inutile.
Abel ed Elisa, rimasta per due ore sotto quattro metri di neve, sono stati estratti, alla fine, dai soccorritori, tempestivamente rianimati e trasferiti d’urgenza negli ospedali di Treviso e Mestre. Le loro condizioni sono apparse sin da subito critiche e, a causa di una grave ipotermia, sono stati sottoposti a circolazione extracorporea, per ossigenare e mantenere in funzione il sistema circolatorio. I medici hanno fatto tutto il possibile per sottrarli al loro triste destino ma non c’è stato nulla di fare. La montagna che così tanto adoravano, se li è portati via. Nella tarda serata di domenica, abbiamo appreso prima del decesso di bel ,poi di quello di Elisa.