Alpinisti dispersi e trovati senza vita: lo strazio delle famiglie (2 / 2)

Avevano  48 e 42 anni, Cristian Gualdi e Luca Perazzini, scivolati in un canalone sul Gran Sasso, domenica 22 dicembre. Da allora di questi due sorridenti alpinisti, non si è più saputo nulla.   Dopo diversi giorni,  la triste notizia che non avremmo mai voluto dare: i loro corpi sono stati individuati,  durante il sorvolo dell’area effettuato dall’elicottero del Cnsas.

Il duplice macabro ritrovamento,  avvenuto durante la perlustrazione dei soccorritori nella zona di Vallone d’Inferno, vicino al Corno Grande,  che rappresenta la vetta più alta del massiccio,  ha posto fine ad ogni speranza.

Le due salme,  su  un verricello su un elicottero del 118 decollato dall’Aquila,  sono state trasportate all’obitorio dell’ospedale di Teramo, competente per territorio. Il pensiero ora è rivolto alle famiglie dei due alpinisti deceduti.

Lo strazio è immane ed è impossibile non immedesimarsi in quello che i parenti stretti di Luca e Cristian stanno affrontando, due lutti devastanti, che sino all’ultimo hanno sperato di non vivere. Tantissimi i messaggi di cordoglio da ogni angolo della penisola, dalle autorità, da tanta gente comune che ha  voluto mettere su bianco un pensiero. Al momento, le famiglie sono chiuse in se’ stesse,  alle prese col peggiore degli incubi ad occhi aperti che si possa vivere.   

Il sindaco Filippo Sacchetti è loro vicino, a nome di tutta la comunità che rappresenta, e le  bandiere a mezz’asta del municipio testimoniano il dolore di tutta la città, per la perdita dei due  Santarcangiolesi, strappati alla vita da una grande disgrazia. Emblematico questo passaggio del primo cittadino: “Ma più che le parole questo è come detto il momento di stringerci intorno alle famiglie di Cristian e Luca e nelle prossime ore cercheremo di testimoniare loro da comunità la nostra vicinanza davanti a questa immane tragedia”.