Sono ore di grande cordoglio in Italia per la triste vicenda dei due alpinisti, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, ritrovati senza vita dopo 5 giorni di incessanti ricerche sul Gran Sasso. Partiti il 22 dicembre, i due alpinisti avevano raggiunto la vetta prima di trovarsi bloccati a circa 2.700 metri di altitudine, intrappolati da condizioni climatiche estreme.
Neve abbondante, venti gelidi e temperature glaciali hanno trasformato quella che doveva essere un’impresa emozionante in una triste lotta contro il tempo. Le operazioni di soccorso si sono rivelate particolarmente difficili a causa del meteo avverso. Le squadre di ricerca, composte da esperti soccorritori e alpinisti, hanno dovuto fronteggiare non solo il terreno impervio ma anche il costante peggioramento delle condizioni atmosferiche.
Il vento forte e la neve hanno reso quasi impossibile avanzare in sicurezza, e persino i soccorritori si sono trovati in difficoltĂ . Bloccati a loro volta in quota, sono stati costretti a rifugiarsi e sospendere temporaneamente le ricerche. Il 24 e il 25 dicembre hanno rappresentato una pausa forzata, durante la quale le speranze di ritrovare Luca e Cristian vivi si sono affievolite.
Solo il 26 dicembre, con un leggero miglioramento del meteo, le operazioni sono potute riprendere. I soccorritori hanno utilizzato sia sorvoli aerei che squadre di terra per setacciare la zona. E’ solo nella prima mattinata di ieri, venerdì 27 dicembre, che le ricerche si sono concluse con il macabro ritrovamento dei corpi privi di vita dei due alpinisti.
In queste ore stanno emergendo ulteriori retroscena degli ultimi istanti di vita di Luca e Cristian. I soccorritori hanno cercato di tenersi in contatto con gli alpinisti dispersi sino all’ultimo, ma alla fine non c’è stato nulla da fare. Le loro ultime parole sono un colpo al cuore: scopriamo che cosa hanno detto nella pagina successiva.
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