Alpinisti deceduti, solo ora la veritĂ : "Lo hanno fatto fino alla fine" (2 / 2)

I due alpinisti deceduti erano originari di Sant’Arcangelo di Romagna. Proprio nella cittadina tutti quanti aspettavano buone notizie, che non sono mai arrivati. Adesso la località romagnola è chiusa nel dispiacere.

Così come lo sono i famigliari dei due alpinisti deceduti. Nelle prossime ore si svolgeranno le esequie dei due. I famigliari hanno riconosciuto i corpi e con compostezza hanno atteso che i feretri arrivassero. Prima di lanciare la notizia sui media i soccorritori hanno preferito avvisare per primi i famigliari.

Questo appunto per rispetto a chi per giorni ha atteso notizie sui suoi cari. Secondo alcuni i due quel giorno non avrebbero proprio dovuto salire sulla montagna visto che erano previste condizioni meteo avverse. E adesso si è saputo anche che cosa hanno fatto i due fino alla fine.

Infatti quando sono stati colpiti dalla tempesta Luca e Cristian erano lontani 5 metri. Lì sono rimasti fino a quando non hanno perso la vita e pare che fino all’ultimo sia siano parlati infondendosi coraggio uno con l’altro.

“Erano vicini, non più di cinque metri l’uno dall’altro. Le loro voci li tenevano uniti, anche se non potevano vedersi” – così ha raccontato Marco Iovenitti, vice capo stazione del Soccorso Alpino dell’Aquila, ultima persona ad aver avuto contatti con loro.

“Cristian è stato il primo che abbiamo avvistato. Poi i nostri cani hanno segnalato il punto dove si trovava Luca” – così ha spiegato ancora Francesco Mastropietro, maresciallo del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza che ha partecipato alle ricerche dei due alpinisti dispersi. Adesso si dovrà stabilire che cosa e quale condizione esattamente abbia impedito ai due di tornare a valle prima che il tempo prendesse una piega diversa. Vicino ai loro corpi inoltre sarebbe stata trovata una corda, facente parte sempre dell’attrezzatura, circostanza che farebbe capire come i due alpinisti abbiano comunque cercato di stare vicini.