Allen, il testimone indagato rompe il silenzio: "Perchè l’ho lasciato andare" (2 / 2)

Si evolve l’inchiesta sulla scomparsa del piccolo Allen, il bimbo di 5 anni scomparso per oltre un giorno e mezzo nei boschi di Ventimiglia, in provincia di Imperia. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati l’uomo che aveva dichiarato di aver visto il bambino subito dopo l’allontanamento dal campeggio situato nella frazione Latte.

L’ipotesi di reato è ora omissione di soccorso, un cambio di rotta rispetto all’originaria contestazione di abbandono di minore. L’indagine si è concentrata sulle dichiarazioni rese dall’uomo, che ha raccontato di aver incrociato Allen – affetto da disturbi dello spettro autistico – nei pressi della propria abitazione.

Secondo il suo racconto, il bambino si sarebbe rivolto a lui chiamandolo “papà”, ma con difficoltà nel linguaggio. L’uomo avrebbe accompagnato Allen per un tratto, fermandosi però a un bivio. “L’ho lasciato lì, poi è scappato”, avrebbe riferito agli inquirenti. Una scelta che, secondo la Procura, non trova giustificazione vista la situazione di evidente vulnerabilità del minore.

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Le forze dell’ordine hanno trasmesso una relazione dettagliata, che ha spinto gli inquirenti ad agire. Nel frattempo, altre due persone sono state ascoltate dai carabinieri e si è svolto un sopralluogo nei pressi del sentiero dove Allen avrebbe camminato da solo per chilometri. Il bambino è stato ritrovato il 13 luglio da tre volontari della Protezione civile, sotto un pilone, in una zona impervia a circa tre chilometri e mezzo dal campeggio.

Era scomparso due giorni prima, l’11 luglio, poche ore dopo l’arrivo con la famiglia. Una vicenda che ha tenuto col fiato sospeso tutta Italia e che, per fortuna, si è conclusa con un lieto fine. Rimangono, però, numerosi interrogativi da risolvere.