Stratus è un ricombinante nato dall’unione di due lignaggi, LF.7 e LP.8.1.2, e si è già diffuso in diversi Paesi europei e in India, dove ha mostrato una capacità di contagio superiore rispetto alle varianti precedenti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo classifica al momento come variante sotto monitoraggio, non ancora a rischio elevato, ma invita a non sottovalutare il fenomeno, soprattutto per la sua abilità di eludere in parte la risposta immunitaria, riducendo l’efficacia degli anticorpi.
I sintomi più comuni osservati variano da Paese a Paese. In India, dove la variante è dominante, si manifestano con voce roca, irritazione della gola, tosse secca, affaticamento e difficoltà nella deglutizione. Nel Regno Unito, invece, sono più frequenti febbre leggera, congestione nasale e dolori muscolari, mentre la classica perdita di gusto e olfatto appare meno frequente rispetto a ondate precedenti.
Anche in Italia il numero di contagi è in rapida crescita, con una particolare attenzione rivolta a categorie fragili come anziani e persone con patologie preesistenti. Per queste persone, gli esperti raccomandano di sottoporsi prontamente a un tampone in caso di sintomi sospetti e, se necessario, valutare con il medico l’impiego di antivirali mirati, come la combinazione di nirmatrelvir e ritonavir, che si è dimostrata efficace nel contenimento della malattia.
L’OMS sottolinea l’importanza di mantenere attivi i sistemi di sorveglianza e di promuovere la vaccinazione soprattutto nelle fasce più a rischio, dove la copertura vaccinale risulta ancora insufficiente, in particolare tra gli over 65. Solo così sarà possibile evitare il rischio che questa nuova variante possa causare una recrudescenza della situazione sanitaria.