Alice Neri, i risultati choc sui resti della ragazza (2 / 2)

Dall’esito degli esami tossicologici, si apprende che la 32enne Alice Neri, trovata carbonizzata nelle campagne di Concordia, nel Modenese, lo scorso novembre, era positiva ad alcol e droga, ragion per cui il mistero che ruota attorno alla sua morte si fa ancora più intricato, nonostante lo scorrere del tempo. E’ Il Resto del Carlino a spiegare cosa sta accadendo, in quanto potrebbe portare ad aprire nuove piste investigative. Nel baule della Ford di Alice, data alle fiamme, sono stati isolati alcuni tessuti che sono stati immediatamente analizzati durante l’esame medico legale.

Dall’esito di tali esami, è emerso che la giovane mamma aveva assunto alcol e cocaina. Logico che questo risultato pone altre domande, alle quali è doveroso dare una risposta plausibile, in nome di quella giustizia e verità che non possono rimanere confinate tra i libri di giurisprudenza. Chi diede la cocaina alla vittima? Quella sostanza è stata consumata da Alice la stessa sera in cui è stata uccisa oppure si tratta di tracce di droga risalenti a qualche tempo prima? Resta poi un’altra domanda: si può escludere con certezza che la 32enne sia deceduta a seguito di un eventuale malore, legato all’assunzione di droga, unita all’ingestione di alcolici?

Purtroppo la conferma della presenza, nel corpo della Neri, di alcol e droga, conta poco in relazione al suo presunto femminicidio, uno dei più crudeli degli ultimi mesi, sul fronte della cronaca italiana. Tale scenario potrebbe portare a nuove piste investigative e la verità va ricercata a tutti i costi. Sappiamo che nessuno restituirà mai Alice a suo marito, alla figlioletta, al suoi cari, ma il mistero che continua a circondare la sua morte, tormenta la famiglia della vittima che reclama, a gran voce, la verità.

Stando a quanto si apprende dalla stampa nazionale, pare che il tunisino Mohamed Gaaloul, in carcere per omicidio volontario e distruzione di cadavere, spacciasse hashish e marijuana. Il 29enne ha ammesso di essere salito a bordo dell’auto di Alice dopo aver accettato un passaggio a casa, il 18 novembre scorso, all’esterno dello Smart Cafè. In effetti, le telecamere di sorveglianza li hanno immortalati insieme intorno alle 3.30 di quella maledetta notte, anche se non si sa se nella fascia oraria che va dalle 3:30 alle 5.15 Alice possa aver incontrato altre persone che possono essere coinvolte nel presunto femminicidio della donna.

Per non lasciare nulla al caso, gli inquirenti stanno analizzando gli spostamenti di due auto, riprese dalle telecamere di videosorveglianza nei pressi di via Mazzalupi e stradine circostanti, proprio nella notte in cui la Neri è stata uccisa. Intanto il 3 febbraio, è prevista l’udienza del tunisino davanti al tribunale del Riesame. Il legale Roberto Ghini, difensore di fiducia di Gaaloul, ha presentato richiesta di scarcerazione del suo assistito. La Procura, intanto, ha chiesto l’incidente probatorio per tutti e tre gli indagati: il tunisino 29enne, il marito della vittima e il collega di lavoro con il quale Alice ha trascorso la sua ultima notte in vita.