Alessia Pifferi, le chat nel telefono della ‘mamma’ della piccola Diana (2 / 2)

Parole, queste, che rilette oggi, oggi che Diana non c’è più, suonano spettrali, sinistre, suscitano rabbia, specie in chi un figlio lo ha sempre desiderato e non lo ha mai potuto avere. Capiamo bene quanto questo caso stia suscitando orrore per questo crudele e ingiusto destino. Ora finalmente capiremo che l’En sia stato preso da un uomo con cui aveva avuto una frequentazione o se, invece, quell’ansiolitico sia servito alla Pifferi per tenere a bada la figlioletta. Sono interrogativi ai quali sono gli esami potranno fornire una risposta.

Importantissimi saranno le analisi sul telefonino della Pifferi, per ricostruire la personalità della donna e per capire qualcosa in più sul padre biologico della bambina. Sul cadavere di Diana verranno effettuati esami radiologici per stabilire la presenza o meno di lesioni interne, anche se per il momento non c’è il sospetto di maltrattamenti.

Il medico legale, il giorno del ritrovamento, dai primi accertamenti, ha dichiarato che la piccola era deceduta da almeno 24 ore e che sul corpo non c’erano segni di violenza esterna. Tutto comunque è riposto nell’autopsia per capire se sia morta di stenti, per mancanza di cibo, disidrata, senza acqua in queste giornate di caldo rovente o altre motivazioni che non conosciamo al momento.

Gli investigatori, in queste ore, stanno ascoltando i conoscenti della Pifferi, gli uomini che conosceva sulle chat di incontri e che frequentava per ottenere qualche aiuto. E poi c’è un altro argomento scottante: quello della perizia psichiatrica o una consulenza sullo stato mentale della madre killer.

La procura, su questo punto, ha le idee chiare: “è apparsa lucida e “si tratta di una persona priva di scrupoli e capace di commettere qualunque atrocità pur di assecondare i propri bisogni personali legati alla necessità di intrattenere, a qualunque costo, relazioni sentimentali e amorose con gli uomini”. Il gip, invece, ha parlato di una personalità “non equilibrata, incline alla mistificazione e alla strumentalizzazione degli affetti, nonché segnata dalla totale mancanza di rispetto per la vita umana”.