Alessia Pifferi, la notizia dalla casa circondariale lascia gli italiani senza parole (2 / 2)

Proprio in questi ultimi giorni erano emersi ulteriori dettagli sconvolgenti dalle indagini degli inquirenti. In particolare, dall’analisi tecnica dei dispositivi elettronici della Pifferi si è scoperto come la 37enne si intrattenesse con uomini sposati dietro compenso in denaro.

Le conversazioni che sono spuntate nel suo smartphone sono inequivocabili, la donna contrattava sul prezzo delle prestazioni, proponendosi lei stessa in prima persona anche con più uomini alla volta. Sosteneva di avere bisogno di soldi Alessia Pifferi, a suo dire anche per mantenere quella bimba in realtà abbandonata in casa e deceduta dopo 6 giorni di agonia senza cibo nè acqua.

Ma a suscitare scalpore in queste ore è una notizia clamorosa che ci è appena pervenuta dalla casa circondariale di San Vittore, presso la quale è reclusa la detenuta. Cosa è successo? La Pifferi avrebbe chiamato il suo legale Alessia Pontenani per informarla di essere stata aggredita da altre detenute.

Il racconto di Alessia Pifferi riferito dal suo legale è raccapricciante: la sua assistita sarebbe stata aggredita da un gruppo di detenute, che oltre a ricoprirla di insulti l’avrebbero spintonata, tirandole i capelli e picchiandola. Intanto la casa circondariale avrebbe seccamente smentito il racconto della Pifferi, ribadendo come la detenuta sia isolata e protetta nella struttura.

Stando alle ultime ricostruzioni dell’accaduto, a far scattare l’ira dei detenuti nei suoi confronti sarebbe stata la scoperta di una circostanza particolare: cioè il fatto che, mentre la povera Diana moriva di stenti, nel frigorifero della Pifferi fosse presente un’aragosta. Questa presunta aggressione resta ancora tutta da chiarire, si cercano ulteriori conferme dal legale della 37enne.