Alessia e Giulia, le sorelle morte a 15 e 17 anni travolte e uccise dal treno: il motivo del gesto (2 / 2)

Ma andiamo con ordine. In attesa dell’esame autoptico e dei tossicologici, pare che una delle due ragazze abbia lamentato il furto del cellulare. Pietro, titolare del bar della stazione di Riccione, intervistato dal Corriere, ha dichiarato: “una mi ha avvicinato per dirmi non aveva soldi e che le avevano rubato il telefonino. Non mi è parsa lucida… Poi ha raggiunto l’altra, con indosso uno spolverino e con gli stivali in mano. D’improvviso si sono dirette al binario 1, di fronte era fermo il regionale per Ancona. Le ho viste, ho urlato, anche altri hanno urlato. Il Frecciarossa ha fischiato…”

Mentre il questore Lavezzaro, proprio ieri, ha invitato alla prudenza dicendo che, ad oggi, è prestissimo per poter parlare di dinamica, alcune ipotesi vengono escluse, tipo quella dello scivolamento, data per improbabile, mentre quella di un attraversamento incauto dei binari appare più plausibile.

La Questura di Rimini sta vagliando altre due ipotesi. La prima è quella del tentativo di suicidio di una delle due sorelle, che si sarebbe seduta sulle rotaie, mentre l’altra avrebbe perso la vita nel tentativo di sottrarla al gesto estremo. Così sarebbero finite entrambe sotto al Frecciarossa.

Un’altra ipotesi è che una delle due sorelle avesse alzato un po’ il gomito, senza rendersi conto di stare sopra le traversine. Anche in questo caso, l’altra, rendendosi di quanto stava per accadere, sarebbe morta nel disperato tentativo di salvarla.  Il macchinista del Frecciarossa ha detto di aver visto una delle due sorelle sbucare all’improvviso, probabilmente per mettere in salvo l’altra.

Di Giulia e Alessia, i cui  resti dilaniati sono stati ritrovati sparsi per 700 metri, restano solo un abito verde, degli stivali e il cellulare che, seppur distrutto, ha permesso di risalire al padre delle due vittime, Pier Paolo, titolare di un’azienda di trasporti, essendo intestato alla sua azienda. Quello che i soccorritori si sono trovati di fronte è agghiacciante. Di Giulia e Alessia rimangono solo i frame, delle telecamere di videosorveglianza, del loro arrivo in stazione. Il resto è tutto da chiarire, quindi ancora prematuro tranne conclusioni.