Alessandro vuole vedere il figlio: la spiegazione dello psichiatra Crepet (2 / 2)

Alessandro Impagnatiello è rinchiuso nel carcere di San Vittore,  sin da quando ha ammesso di essere stato lui a togliere la vita alla compagna, Giulia Tramontano, accoltellandola per poi tentare di bruciarne il corpo. Dal penitenziario ha chiesto di vedere suo figlio di 8 anni, avuto da una precedente relazione, peraltro mantenendo con la sua ex un buon rapporto.

A  dare la sua spiegazione riguardo questa richiesta è stato lo psichiatra Paolo Crepet, che è anche sociologo, educatore, saggista e opinionista italiano.

Per Paolo Crepet,  intervistato da La Stampa,  Impagnatiello, che ha  tolto la vita alla  fidanzata incinta di 7 mesi, non dovrebbe assolutamente vedere suo figlio: «Quel bambino che ha già l’età per capire un ragionamento, va innanzitutto tutelato. Lo si può tutelare soltanto raccontandogli tutta, dico tutta, la verità. Ovvero che suo padre ha ucciso la sua compagna e il suo fratellino, perché di questo si tratta». 

Secondo Crepet, Impagnatiello,  dal penitenziario chiede di vedere il bambino «con tutta probabilità perché si tratta di una strategia, magari concordata con i suoi legali. Inoltre, dato che questo soggetto ha trascorso la vita a manipolare qualsiasi cosa, potrebbe pensare che chiedere di incontrare il figlio sia una mossa che gli restituisce un’immagine seppur residua di umanità».

Lo psichiatra, volto noto del piccolo schermo,  è convinto ci sia stata premeditazione nel femminicidio di Giulia Tramontano, fornendo le seguenti motivazioni:  «Lo provano i comportamenti, la freddezza, l’assenza di pentimento, il fatto di essere corso subito dall’altra donna. Di base c’è un solo sentimento che ha armato la sua mano: l’indifferenza, l’insensibilità».