In casa, nelle scale del condominio, in garage, sono state rinvenute tracce anche biologiche che aiuteranno gli investigatori a capire se il corpo della povera Giulia Tramontano sia stato trasportato giù dalle scale, fino all’auto e poi portato nell’area dove è stato occultato, ossia nell’intercapedine tra le erbacce e i box da una sola persona, ossia dal reo confesso Alessandro Impagnatiello che ha sempre dichiarato di aver fatto tutto da solo.
Gli investigatori sono sempre più convinti che qualcuno lo abbia aiutato, qualcuno a lui molto vicino, che ha frequentato l’appartamento di via Novella proprio nei giorni in cui erano in corso le ricerche di Giulia. Coloro che si stanno occupando del caso, sospettano che qualcuno abbia aiutato a pulire, almeno in parte, il bagno, la vasca bruciata e il garage dall’accumulo di cenere che si era depositata.
Alessandro Impagnatiello e sua madre Sabrina Paulis, lunedì 29 maggio, ossia due giorni dopo l’omicidio di Giulia Tramontano, commesso dal barman 30enne, che a breve sarebbe diventato padre del piccolo Thiago, sarebbero andati in un bar di Senago, nell’hinterland milanese, a qualche decina di metri dal luogo dove, nella notte tra il 31 maggio e il primo giugno, è stato trovato il corpo senza vita della ragazza, incinta di 7 mesi.
La madre del barman reo-confesso, 43enne di origine sarde, lo ricordiamo, subito dopo la confessione del femminicidio da parte del figlio, è stata intervistata e, in diretta televisiva, ha definito suo figlio mostro, mostrandosi in lacrime mentre chiedeva scusa a Giulia e ai suoi familiari.
Giulia è stata tolta di mezzo barbaramente, per lo stress di portare avanti una relazione parallela. Questo lo pseudo-movente che Impagnatiello, definito come manipolatore, narciso, ha dichiarato a coloro che lo hanno interrogato. Il suo castello di bugie, di menzogne, di incongruenze, è crollato ma le indagini proseguono poiché il femminicidio di Giulia Tramontano ha ancora troppi punti oscuri che dovranno essere chiariti.