Alessandro Cascone, è successo durante i funerali del 13enne volato giù dal quarto piano (2 / 2)

Era da solo in casa ed il suo corpo è finito in un parcheggio privato. Lì il suo cuore ha smesso di battere di colpo. Ora Gragnano, in lutto cittadino, è in silenzio, raccoglimento, pervasa da mille domande cui ancora non trova risposta, proprio come canta Blanco, uno degli artisti preferiti dalla vittima, di cui oggi più che mai riecheggia il verso: “Cerco un senso, ma non c’è / Il senso poi dov’è?”.

Ad officiare la cerimonia funebre l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, monsignor Franco Alfano, insieme a don Paolo Anastasio, mentre tutti i presenti no riescono a trattenere le lacrime che escono a dirotto. Inevitabile esplodere in un pianto di rabbia, disperazione, incredulità, in attesa dell’arrivo del feretro. In quei momenti di preghiera, accompagnati dalle note di “Nuovo cinema paradiso”, con i videoreporter lasciati fuori, i genitori, i familiari, i professori e i compagni di scuola, attendono l’arrivo di Alessandro, o meglio del suo corpo rinchiuso in una bara bianca.

Sopra di essa la maglia della Juve, di cui era tifosissimo, del suo calciatore preferito Dybala e la Union Jack flag, la bandiera del Regno Unito, mentre tantissimi palloncini bianchi colorano il cielo che avrà oggi una stella in più. Moltissimi gli striscioni, tra gli applausi e le grida di disperazione per la morte di questo ragazzo bravo, preciso, onesto, buono; valori che lo hanno reso il bersaglio dei bulli; di chi, per apparire, ha bisogno di uccidere gli altri.

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Un’intera chiesa, pienissima di gente, addobbata con fiori bianchi, per l’ultimo addio a questo ragazzo benvoluto, finito nel bersaglio di chi lo ha perseguitato con messaggi, insulti, inviti a togliersi la vita. I legali della famiglia del 13enne chiedono solo di essere lasciati nel loro dolore e di voler andare a fondo. I genitori e i familiari della vittima chiedono verità e giustizia, mentre, nel corso della funzione riecheggia la lettera di un caro amico d’infanzia.

L’uscita del feretro è accompagnata dalla canzone di Blanco, “Da quanto non importa / Lo posso anche scordare”, mentre in tanti cercano di toccare la bara, quasi a voler dare un ultimo abbraccio al povero Alessandro. Scene strazianti, che lacerano il cuore. Intanto la magistratura prosegue il suo lavoro e presto potrebbero scattare gli interrogatori dei 6 indagati.