Alberto Zangrillo, l’annuncio improvviso: “È clinicamente morto” (2 / 2)

Morto dopo trapianto, Zangrillo: "Cuore sano, le accuse di Lorenzin imperdonabili" - la Repubblica

Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale Alberto Zangrillo ha fornito altre e nuove dichiarazioni sul Covid-19 e sulla pandemia scatenata da questa malattia, che a tratti è stata davvero terribile. L’esperto per le sue dichiarazioni è partito da un dato di fatto.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta per dichiarare infatti la fine della pandemia. Dopo tre anni dall’inizio del disastro sanitario, finalmente la situazione tornerà alla completa normalità: praticamente il Covid sarà considerato alla stregua di una influenza, e come tale verrà appunto curata.

La decisione dei vertici dell’OMS è arrivata osservando i dati che sono stato elaborati in questi mesi, e che dimostrano comunque una regressione della malattia in tutto il mondo, anche se essa, lo precisiamo, continua e continuerà ad essere presente. Fine della pandemia e dell’emergenza non vuol dire infatti che la malattia cesserà di esistere e circolare tra gli esseri umani.

Zangrillo non si dice assolutamente pentito di quello che ha fatto in questi anni, anzi, ha dichiarato che i pazienti, essendosi sentiti spaventati, sono ricorsi alle cure dei pronto soccorso, quando potevano essere magari curati anche dai medici di famiglia. Non voglio parlare male dei medici di famiglia, alcuni dei quali hanno lavorato benissimo. Però non trovando ascolto i cittadini hanno avuto come unico punto di riferimento i Pronto soccorso. Il rapporto medico-paziente è saltato. Ci siamo dimenticati di curare le paure e i timori delle famiglie che hanno visto la nostra figura diventare impotente. Poi l’informazione spettacolarizzata ha fatto il resto” – queste le parole di Zangrillo.

“Farei esattamente tutto da capo. Quando affermai nel maggio del 2021 che la malattia era clinicamente inesistente dicevo il vero. In quella fase lo era. Di solito i medici si riferiscono a ciò che osservano sul campo. Io sul campo osservavo che la malattia non era grave come nei mesi precedenti. Quando c’erano motivi di allarme sono stato però fra i primi a prendere iniziative” – così ha dichiarato inoltre Zangrillo alla stampa. Infine il professionista ha dichiarato che ormai da sei mesi non porta più la mascherina e che per lui il virus è morto. “Qualcuno mi guarda male, non mi importa. Nel complesso oggi la mascherina è inutile come tante cose probabilmente inutili, ad esempio l’eccesso di tamponi, fatte in questi anni di delirio” – questa la conclusione di Alberto Zangrillo.