Alberto Stasi potrà stare fuori dal penitenziario di Bollate parte del giorno, per lavorare ma anche per attività di reinserimento sociale, rientrando nella casa circondariale la sera. Questo è ciò che ha deciso il Tribunale di Sorveglianza, accordandogli la semilibertà, dopo che la Procura generale di Milano ha chiesto il rigetto della misura e, in subordine, un rinvio del procedimento , per valutare le circostanze riguardanti l’intervista che Alberto ha rilasciato in tv a Le Iene, trasmessa dal programma, nella puntata del 30 marzo.
In sintesi: il tribunale di Sorveglianza ha accolto la richiesta dei legali di Alberto Stasi, accordandogli la semilibertà. Capiamo bene quanto questa decisione sia un passo molto importante, dal momento che il 41enne, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione, sia sempre più vicino ad essere un uomo completamente libero.
Oggi sta finendo di scontare la sua pena, che dovrebbe terminare nel 2028 o al massimo nel 2029, considerando gli ‘sconti’ e, a breve, potrà chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Se questo gli venisse concesso, i lavori socialmente utili prenderebbero il posto della reclusione in penitenziario.
La concessione della semilibertà ad Alberto Stasi avviene in un periodo, di suo, già molto delicato, quello in cui l a Procura di Pavia sta indagando su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, per il delitto (in concorso) della 26enne, cui è stata tolta la vita il 13 agosto 2007, a Garlasco.
Ma quali sono le motivazioni della concessione della semilibertà ad Alberto? Si parla di “costante senso di responsabilità e correttezza personale nelle attività organizzate negli istituti e nelle attività lavorative o culturali, che gli educatori del penitenziario in cui è recluso gli hanno riconosciuto. L’avvocato Giada Bocellari, come riportato da Il Messaggero, ha voluto precisare che il provvedimento ha affrontato il tema dell’intervista del suo assistito a Le Iene, mettendo in evidenza il fatto che l’intervista non necessitava di alcuna autorizzazione e che quindi è stata violata alcuna prescrizione, come già detto da Bollate. La legale ha aggiunto che a Stasi non è vietato parlare coi giornalisti e che l’intervista a Le Iene aveva dei toni assolutamente pacati, chiosando con un invito a mettere ” un punto anche su questa strumentalizzazione delle dichiarazioni del procuratore generale, che non erano propriamente quelle che sono uscite. Aveva tutti i requisiti per accedere alla semilibertà e quindi bene così”.