"Addio agli infarti". La bellissima notizia: cos’hanno scoperto

Arriva una bellissima notizia che potrebbe farci dire addio agli infarti che, ogni anno, in Italia, sono elevatissimi. Ecco cosa ha scoperto questo interessante studio effettuato da ricercatori olandesi.

"Addio agli infarti". La bellissima notizia: cos’hanno scoperto

Ogni anno in Italia si registrano circa 150 mila infarti. Per infarto si intende la morte o necrosi di un tessuto o di un organo che non ricevono un adeguato apporto di sangue e ossigeno dalla circolazione arteriosa a loro dedicata. L’infarto si manifesta, in genere, con sensazione di peso o dolore al petto che dura più di dieci minuti, cui possono essere associati altri sintomi come nausea, bruciore di stomaco o dolore addominale, fiato corto, stanchezza, sudorazione fredda, stordimento o vertigini.

Nella maggior parte dei casi la comparsa dei sintomi dell’infarto è improvvisa, ma possono anche esserci segnali di avviso nel corso delle ore, dei giorni o delle settimane precedenti. Ora però è arrivata un’importante e bellissima notizia.

La bella notizia 

Buone notizie arrivano da una ricerca presentata al congresso scientifico della Società Europea di Cardiologia (ESC) Frontiers in CardioVascular Biomedicine 2022, dagli esperti dell’Università di Utrecht. Le ricerche sull’Rna-messaggero, che hanno condotto in tempi rapidi ai vaccini contro il Covid, potrebbero in futuro portare ad un farmaco capace di proteggere e, si spera , rigenerare il cuore dopo un infarto attraverso “istruzioni” genetiche mirate per questo scopo.

Gli studiosi olandesi hanno progettato un particolare farmaco a mRNA, in grado di istruire le cellule del cuore a ripararsi a seguito di un infarto ed hanno eseguito i primi test, in chiave preliminare. Gli esperti hanno iniettato negli animali, direttamente nella parete del ventricolo sinistro, diverse formulazioni di questa “terapia”. Poi, dopo 24 ore dalla somministrazione del farmaco, si sono esaminate le capacità di traduzione, e quindi di fornire le corrette informazioni, dell’mRna. In conclusione, la molecola è giunta nel cuore dei topolini. Ma non basta: si è anche visto che, in termini di “circolazione” dell’mRna nell’organismo, quantitativi più elevati si sono osservati nel fegato e nella milza.

Anche se il percorso di studio è solo all’inizio e punta a insegnare al cuore a rigenerare le cellule uccise dall’infarto, si sono ottenuti finora dei buonissimi risultati che fanno ben sperare. Giulio Pompilio, Direttore Scientifico del Centro Cardiologico Monzino IRCCS, ha puntualizzato: “Prima di tutto occorre precisare che non si tratta di un vero e proprio “vaccino, che agisce prevenendo un’infezione, quanto piuttosto di ipotesi di nuove terapie per la protezione e rigenerazione del tessuto cardiaco dopo un infarto” e che si sta lavorando non soltanto per il cuore e l’apparato cardiovascolare, ma anche su altri fronti, in particolare in oncologia. 

 Pompilio ha concluso dicendo: “Bisogna individuare il percorso giusto per avere l’effetto desiderato a livello locale e soprattutto, qualora questo fosse possibile, bisogna pensare a mettere in campo piattaforme per la validazione e produzione di questi farmaci, insieme ai necessari step regolatori. Siamo insomma davvero agli inizi di un settore in grande fermento, che nel futuro potrà offrirci ulteriori possibilità di trattamento per le malattie cardiache”.

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