“Ad un passo dalla morte, tutti devono sapere e vedere”. Il racconto è da brividi (2 / 2)

 

Il giovane si è risvegliato in un letto dell’ospedale San Bassiano , di Bassano del Grappa, non avendo assolutamente idea di come ci fosse finito e di chi lo avesse ridotto in quello stato. Aveva diverse fratture alle costole e una all’osso occipitale, per cui ha pensato di aver perso la memoria dopo essere rimasto coinvolto in un incidente stradale. Sono stati i medici a dirgli che c’era stata una rissa a Enego, un paesino di montagna, con dei carabinieri. Dopo 10 giorni impossibilitato a muoversi, ha dovuto affrontare 4 mesi di prognosi; motivo per il quale ha perso il lavoro, in quanto l’azienda non gli ha rinnovato il contratto.

Secondo coloro che erano con lui nella sera tra il 20 e il 21 luglio 2019, finito un torneo di calcetto, dopo una serata trascorsa nella Birreria Ciclamino, Nishori assieme ad altri 2 amici si è messo a chiacchierare, appoggiato ad una staccionata di legno. A quel punto le versioni degli amici-testimoni oculari e dei carabinieri coinvolti nella vicenda, divergono. Secondo gli amici, un carabiniere di servizio, uscito dalla birreria assieme ad altri due colleghi non in servizio, quando ha visto uno di loro rullare una sigaretta con tabacco e cannabis light, l’ha scaraventata a terra. Da qui sarebbero scoppiati insulti, sfociati in rissa tra un secondo carabiniere e Nishori, fino a quando il carabiniere in questione lo avrebbe colpito al volto, sferrandogli un calcio.

Se per i testimoni il gesto del carabiniere è stato volontario e provocatorio, accompagnato dalla frase “butta questa merda” in riferimento alla sigaretta, per i militari fuori servizio le cose sono andate diversamente. Loro hanno sempre raccontato di aver colpito per sbaglio un ragazzo vicino alla staccionata.

Quando è caduta la sigaretta per terra, il loro occhio è caduto su di essa e, pensando che si trattasse di uno spinello, sono tornati indietro per un controllo antidroga. Nishori ha sempre sostenuto di aver provato a contattare diversi organi di stampa e trasmissioni televisive, senza però ottenere riscontri ma ci tiene a precisare che non vuole “passare come un santo”. L’importante, per il giovane, è che “chi sbaglia in piccolo o in grande, che sia un poliziotto, un carabiniere o chicchessia, paghi e si assuma la proprie responsabilità.”

Ho le lacrime agli occhi. Dopo più di due anni difficilissimi, durante i quali ho sofferto tanto, finalmente la verità sta venendo a galla“. Questo uno stralcio del messaggio postato su Instagram dal giovane bassanese di origine balcanica vittima, due anni fa, di una presunta vicenda di violenza da parte di tre carabinieri ad Enego. Le indagini della procura di Vicenza hanno accusato i 3 militari di lesioni aggravate e 3 di falso in atto pubblico. Lo stesso Nishori di lesioni, anche se il reato è stato patteggiato a dicembre 20