Gli accertamenti sul Dna per far luce, una volta per tutte, sul decesso della piccola Giulia Loffredo, avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 febbraio, hanno preso il via e per il momento è Tyson, pitbull di famiglia, il sospettato numero uno, in quanto sul corpo di Giulia sono stati trovati segni compatibili con i morsi dell’animale.
La Procura di Nola ha dato il via alle indagini, affidate ai poliziotti del commissariato di Acerra. Vincenzo è indagato per delitto colposo, per non avere vigilato sull’animale, dunque la sua è una posizione molto delicata, sebbene abbia fornito la sua versione dei fatti, dicendo di non essersi accorto dell’accaduto, se non al suo risveglio, tentando la disperata corsa in ospedale per salvare la figlioletta in fin di vita.
Nel frattempo, sono stati conferiti gli incarichi per le analisi e i consulenti hanno chiesto fino a 40 giorni per gli stessi. Uno degli esami è quello del Dna e riguarda il materiale genetico ricavato tramite tamponi sia sul corpo della bambina sia su quello del cane; che sarà fondamentale per accertare che i morsi, evidenziati anche durante l’autopsia, siano riconducibili al pitbull.
Nell’abitazione era presente anche un altro cane, Laica, un meticcio, sul cui pelo erano state trovate delle tracce ematiche “da imbrattamento”. nella bocca di Tyson ad un primo esame non erano state invece trovate tracce evidenti di circostanza che però potrebbe essere spiegata col tempo trascorso prima del controllo.
Non sono ancora pronti a i risultati degli esami effettuati sulle feci dei due cani, che sono stati temporaneamente affidati ad un canile convenzionato con l’Asl Napoli 2. Questi, dunque, saranno giorni molto importanti al fine della risoluzione del caso della piccola Giulia.