Una sentenza della Cassazione dice che se il cane toglie la vita a qualcuno il padrone è responsabile, facendo ricadere le responsabilità degli atti di un animale direttamente sul padrone.
La Quarta sezione penale con la sentenza 48429 ha dichiarato inammissibile il ricorso di un 40enne pugliese, un certo G. M., convalidando la condanna del padrone per duplice delitto colposo, stabilita per due casi di decesso causati dai suoi cani, facendo notare che non può essere messo in discussione che il decesso dei due uomini è riconducibile ai due cani di proprietà del ricorrente.
Questo è dimostrato dalla presenza, di più lesioni sul corpo dei due uomini deceduti, dovute a morsi in punti vitali, sotto gli occhi dei testimoni che hanno assistito alla straziante scena.
La Suprema Corte ha ritenuto che l’ atteggiamento palesemente aggressivo, tenuto dai cani rifugiatisi nell’abitazione dell’imputato, sono gli stessi che hanno avuto nei confronti di chiunque tentasse di avvicinarsi a loro, padrone, attribuendo un peso a tutto questo. L’imputato ha provato a discolparsi, invano, ma la colpa gli è stata attribuita.
Al contrario suo, il cane che morde una persona o un altro animale non può comprendere né prevedere le conseguenze della sua azione, cosa che potrebbe, al contrario, fare un essere umano capace di intendere e di volere. Per questo motivo, sul piano giuridico, non ci sono rischi o conseguenze per l’animale, indipendentemente dalla gravità degli esiti del suo attacco.