Ieri, 28 ottobre, è stata registrata una nuova scossa di terremoto in Veneto che è stata bene anche in Emilia Romagna, a Bologna, ed è stata avvertita distintamente ai piani alti dove si sono mossi mobili e lampadari. Più di qualcuno ha fatto notare che si tratta di una replica di quanto accaduto mercoledì scorso, ragion per cui ci si chiede se è in corso uno sciame sismico?
La paura è che, dopo questo, possano verificarsi eventi più forti, ragion per cui è doveroso fare il punto della situazione con chi se ne intende perfettamente, ossia con il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni. L’esperto, in un’intervista rilasciata a Il Messaggero, ha dichiarato: “È sempre la stessa struttura di 3 giorni fa“, ossia: Il fronte sepolto degli Appennini sotto i sedimenti della pianura padana”.
Nel momento in cui gli viene chiesto se si potranno rischiare nuovi terremoti, Doglioni ha dichiarato: “Ci sono stati 8 eventi dal 25 ottobre, tutti di bassa energia. I due eventi di 4.2 sono definiti leggeri e si sono generati nell’area dove nel luglio 2011 ci fu un terremoto di M 4.5. Da quanto finora analizzato, questi ultimi 2 terremoti sono più profondi (8-10 km) rispetto a quello del 2011 (2 km)“.
Ovvio che gli italiani vogliano sapere qual è il fenomeno alla base dell’evento e su questo Doglioni non ha dubbi, trattandosi di u meccanismo di tipo compressivo. I terremoti, come affermato dal presidente dell’Ingv, sono generati dalla pressione del margine settentrionale degli Appennini, sepolto sotto la Pianura Padana.
Doglioni ha precisato che si tratta di “una zona nota dal punto di vista sismico” e questo perché ” si trova lungo il fronte compressivo della catena appenninica”. Possiamo comprendere perfettamente la paura di chi si è trovato alle prese con l’ennesima forte scossa del nostro Paese ma, senza incorrere in inutili allarmismi, è opportuno sempre affidarsi agli esperti.