Con il termine delle festività natalizie, l’incidenza dei casi influenzali è tornata a crescere. Nell’ultima settimana, sono stati registrati 11,3 casi ogni mille assistiti, rispetto ai 9,9 della settimana precedente. In sette giorni, i virus influenzali hanno colpito 667mila persone, portando il totale a 5,8 milioni dall’inizio della stagione. Dei 1.628 campioni analizzati dalla rete RespiVirNet, solo una piccola percentuale, pari a 70, è risultata positiva al virus B, mentre la maggior parte ha evidenziato la presenza di varianti del virus A.
Matteo Bassetti ha espresso serie preoccupazioni su questi numeri sempre più preoccupanti, facendo l’esempio di un caso particolarmente grave che ha in cura presso l’ospedale San Martino di Genova. Una giovane donna di 29 anni è stata ricoverata in rianimazione a causa dell’influenza B durante il primo weekend di gennaio. Dopo giorni di cure intensive, la paziente è finalmente uscita dalla terapia intensiva.
Il direttore del reparto di malattie infettive ha confermato che la ragazza presentava sintomi di una grave polmonite virale, pur non avendo alcuna patologia pregressa. Tuttavia, non era vaccinata contro l’influenza, un fattore che potrebbe aver aggravato la situazione.
“Le polmoniti virali primarie sono un evento raro, con circa 200 casi registrati ogni anno“, ha spiegato anche il virologo Fabrizio Pregliasco. Sebbene il virus A/H3N2 australiano sia il più comune in questa stagione, si riscontrano anche casi di A/H1N1 e, in misura minore, di influenza B.
La stagione influenzale, secondo Pregliasco, sta entrando nella fase più intensa, e il picco è previsto entro due settimane, con la riapertura delle scuole. La vaccinazione, soprattutto per le categorie a rischio, rimane uno strumento fondamentale per prevenire le forme gravi. L’incidenza dei casi varia significativamente a seconda dell’età. I bambini sotto i cinque anni continuano a essere i più colpiti, con un’incidenza pari a 21,4 casi ogni mille assistiti. Tuttavia, un aumento è stato osservato anche tra i giovani adulti e gli anziani, segno che il virus sta diffondendosi in maniera più ampia.