13enne morto dopo un volo dal quarto piano, il post choc di un carabiniere sui social: «Se allevi conigli…» (2 / 2)

Alessandro non si sarebbe sporto troppo, precipitando per riparare l’antenna ma sarebbe stato istigato dai bulli a togliersi la vita. Figlio di un agente di commercio e di un’avvocatessa, iscritto al terzo anno di scuole medie, solo in casa, avrebbe preso una sedia dalla cucina e, salendoci su, avrebbe aperto la zanzariera della finestra, per poi arrampicarsi sul balcone dell’appartamento in cui viveva, al quarto piano di via Lamma 7.

E’ da lì che si sarebbe buttato giù, terminando il volo in un parcheggio privato. Alessandro è morto all’istante. E’ bastato poco, ai carabinieri, per capire che dietro la sua morte c’era ben altro. Dalle chat e dai post social lette sul suo cellulare, sino all’ultimo messaggio di addio alla fidanzatina, di poco più grande di lui, è emerso che il 13enne era vittima di bullismo e cyberbullismo.

Falla finita”, “Ti devi uccidere” … sono solo alcuni degli sms rinvenuti nello smartphone di Cascone, in cui ci sono quotidiane minacce di morte, insulti, offese crudeli, sino all’invito a togliersi la vita. Alessandro, forse per paura di ritrovarsi faccia a faccia con i bulli, avrebbe deciso di porre fine alla sua esistenza prima dell’imminente ritorno a scuola per paura che potessero fargli del male e continuare a torturarlo.

Si parla, dunque, di istigazione al suicidio e i carabinieri avrebbero già individuato alcuni degli autori di quei messaggi. Mentre prende sempre più piede questa ipotesi, nelle scorse ore, ha suscitato forte indignazione e polemiche da parte dell’opinione pubblica, il commento che un ufficiale dei carabinieri  avrebbe postato e poi cancellato su Linkedin.

Un post davvero sconvolgente e agghiacciante, quello dell’ufficiale, coordinatore delle attività sportive della Scuola ufficiali dell’Arma, il cui contenuto, come riportato su Leggo, è il seguente: “Se allevi conigli non puoi pretendere leoni. Magari la colpa è di chi non ha saputo far crescere adeguatamente quel ragazzino. Il problema con un bullo si risolve, da sempre, dimostrandogli che non hai paura di lui”.