Alzheimer, il sintomo della malattia fino a 20 anni prima (3 / 3)

Questi dati sono davvero allarmanti e sono stati presentati in un video sul sito del Policlinico Gemelli di Roma che ha lo scopo di raccontare il progetto Interceptor, un progetto presentato a fine 2017 con l’obbiettivo di identificare le persone con un declino cognitivo lieve e quelle con maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.

Il Ministero della Salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) hanno promosso e sostenuto questo studio in collaborazione con l’istituto Superiore di Sanità e l’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (Aima).

La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS è coordinatore del progetto insieme a 20 strutture neurologiche italiane. Nel nostro Paese sono più di 700mila le persone che soffrono di un lieve disturbo cognitivo, la metà di esse progredirà ad una forma di demenza, principalmente l’Alzheimer nei prossimi tre anni.

Per questo motivo, il professor Paolo Maria Rossini, coordinatore clinico del progetto Interceptor e direttore dell’Area Neuroscienze della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, ha affermato: “Nello studio che arruolerà 400 pazienti saranno valutati dei biomarcatori per stabilire quali siano più sensibili e specifici per predire la conversione del lieve declino cognitivo in demenza di Alzheimer“.

Patrizia Spadin, Presidente Aima, ha dichiarato: “Riuscire a fare una diagnosi tempestiva è davvero fondamentale per le famiglie che hanno davanti un lungo percorso di malattia quando l’Alzheimer si manifesta“.

Il Ministero della Salute Giulia Grillo, tramite un videomessaggio per il progetto, ha spiegato che “l’Italia è il primo Paese ad intraprendere uno studio di questo tipo, al termine del quale, nel 2022, grazie ai risultati che si avranno sarà possibile concentrare l’attenzione e le risorse per rallentare al massimo l’evoluzione della malattia e per predisporre i servizi adeguati per malati e famiglie“.