Il mondo della moda ha le sue regole; piacciano o meno, vanno rispettate. A meno che non si voglia venir immantinente esclusi da quell’universo dorato e patinato (salvo impronosticabili ripescaggi da parte di stilisti rivali, o autoaffermazioni via web – cosa quest’ultima decisamente più probabile, di questi tempi). Insomma, rimanerci non è semplice.
Inoltre, come hanno testimoniato molte modelle e modelli (certamente più le prime dei secondi), spesso c’è da fare i conti con regole veramente assurde e situazioni paradossali che non serve star qui a ribadire. Di tanto in tanto però capita che venga lanciato un nuovo volto “solidale” per ripulire un po’ la facciata dell’ambiente.
Trattasi spesso di modelle e modelli particolari che il lettore medio possa percepire come “socialmente svantaggiati” come ad esempio una ragazza con la sindrome di Down, un atleta paralimpico e via discorrendo. In quel modo ci si assicura un po’ di consenso mostrandosi aperti e solidali, a prescindere da quel che accada dietro le quinte.
Sta di fatto che sebbene da una parte sia questo l’equilibrio di determinate azioni, un po’ come accade per i grandi imprenditori che s’improvvisano filantropi per ottenere le simpatie delle genti (persino una persona a modo come Felice Maniero faceva la stessa cosa, in effetti), dall’altra è evidente che il trend stia cambiando.