“Sono andata via dall’Italia, qui posso lavorare e fare la mamma senza problemi: lo Stato mi aiuta” (1 / 3)

“Sono andata via dall’Italia, qui posso lavorare e fare la mamma senza problemi: lo Stato mi aiuta”

Per la festa della mamma riprendiamo una lettera inviata qualche tempo fa da Silvia, italiana come noi, che però da diversi anni vive in Svezia.  La lettera inizia così: “Io mi sono laureata in medicina, mio marito invece è meteorologo. Abbiamo provato a rimanere in Italia: a me è stato proposto un contratto con partita IVA a 1.200 euro al mese, a mio marito un posto fisso ma senza alcuna prospettiva”. Perciò la coppia ha deciso che bisognava cambiare paese, trasferirsi altrove.

“Ci siamo detti che era il caso di partire. Per andare dove? Inizialmente abbiamo pensati agli Stati Uniti, poi a Dubai, poi la Svizzera e infine la Germania”. Insomma tutti paesi ricchi. Però poi la scelta finale è arrivata in maniera abbastanza casuale: “Una ragazza svedese che conosciamo ci ha consigliato di trasferirci lì. Allora non abbiamo perso tempo. Mio marito ha contattato il servizio meteorologico svedese, con sede a Norrköping e io l’ospedale locale. Nessuno di noi due sapeva parlare svedese… però siamo stati assunti entrambi”.

I due hanno messo su famiglia nella loro nuova casa. Il primo si chiama Galileo ed è nato in Svezia, così come la sorellina Maja. Al momento della lettera, Maja aveva 10 mesi e Silvia era ancora in maternità. Spiega Silvia: “In Svezia ci sono 480 giorni di congedo maternale pagato (ovviamente limitati ai primi 8 anni di vita del bambino, ma questi davvero sono ‘dettagli’, ndr), che si possono dividere a piacimento. Si possono ‘usare’ tutti di fila oppure prendersi addirittura mezza giornata libera alla volta”.