Se tutto si fermasse al secondo stadio, ogni coppia potrebbe veramente durare fino alla fine dei propri giorni. Ma nella realtà sappiamo benissimo che non è così poiché, passato quel periodo, subentra il terzo stadio che gli psicologi hanno ribattezzato non a caso: “Disillusione”. Durante questo periodo la relazione inizia a diventare sempre meno appagante, abbiamo il sentore di sentirci in trappola e, una volta passata la tempesta ormonale, cominciamo a vedere l’altra persona com’è realmente. I suoi difetti, un tempo trascurabili, iniziano ad infastidirci e non a caso è la fase più critica: la maggior parte delle coppie si lascia proprio durante questo periodo.
Inutile ribadire come quel terzo stadio sia una sorta di prova del nove per molte coppie, poiché innamorarsi è in realtà più facile di quanto si possa credere (benissimo innamorarci anche di una persona con la quale non stiamo affatto bene, è un evento piuttosto frequente in realtà), ma riuscire a creare una relazione duratura è ben altro paio di maniche. Solo riuscendo a trovare la totale complicità ed alleanza del proprio partner per fronteggiare la tempesta del terzo stadio è possibile raggiungere una stabilità vera e propria, che non sia dettata solamente da fattori ormonali bensì dalla lucida volontà di stare insieme, e dall’accettamento reciproco del partner e della relazione con i suoi pro ed i suoi contro.
Il quinto ed ultimo stadio non è che la naturale tappa conclusiva di questo percorso: il legame si cementifica e la coppia diventa una sorta di “modello da esportazione” per dimostrare che le relazioni durature possono esistere davvero, se entrambi si impegnano a farle funzionare. Da notare però che una volta raggiunto questo equilibrio, basta veramente poco per riuscire a destabilizzarlo: è importante non dare mai il partner per scontato, poiché ogni relazione si basa su fiducia e rispetto reciproci, in mancanza dei quali – tolte dunque le certezze della quarta fase – si può venire nuovamente precipitati al terzo stadio.