L’amore è forse il sentimento positivo per antonomasia, quantomeno nella normale concezione delle cose, eppure ancora oggi ne sappiamo ben poco a riguardo. Sin dal principio dell’avventura della nostra specie su questo pianeta ci siamo sempre interrogati riguardo alla natura dei sentimenti che ci governano, e l’amore è sempre stato identificato come il più nobile e puro tra essi. Ma le ultime scoperte in campo medico e scientifico, oltre ad individuare la genesi ormonale dell’innamoramento, hanno evidenziato come di fatto non abbia senso scindere i sentimenti in maniera netta e manicheista.
Il vecchio adagio secondo il quale odio ed amore sono le due facce della stessa medaglia, infatti, si è dimostrato molto più verace di quanto fossimo portati ad immaginare. Oggi sappiamo che tutti i sentimenti, ossia la capacità di provarli, derivano dalle medesime aree cerebrali e che la differenza tra di essi è davvero minima. Molti si sono interrogati riguardo ai vari stadi dell’amore, ed ora numerosi psicologi sostengono che esistano 5 fasi ad esso legate che riguardano il percorso di coppia. La prima è l’innamoramento propriamente detto, durante il quale veniamo bombardati da massicce dosi di dopamina, ossitocina, serotonina, testosterone ed estrogeni, perdendo di fatto il contatto con la realtà.
D’altronde siamo geneticamente programmati per trovare un partner ed accoppiarci, e tramite l’escamotage ormonale la Natura si è assicurata che per i primi mesi l’essere umano abbia il sentore che possa durare per sempre. Sì…ma poi? Poi inizia la seconda fase, ovverosia il diventare una coppia propriamente detta. L’innamoramento “focoso” scema ma subentra il periodo successivo, ovverosia quello della stabilità, durante il quale vedere la persona amata stimola ancora il rilascio di forti dosi di ossitocina, non ha caso denominato proprio “l’ormone dell’amore”.