A quel punto la ragazza fu trasportata in infermeria, con la faccia contratta in uno spasmo ormai incontrollabile. Ma incredibilmente l’infermiera del college affermò che Sarah stesse fingendo e che nessuno potesse avere un ictus a soli 20 anni: la ragazza, secondo lei, stava solamente recitando per tentare di evitare le lezioni.
Il fratello di Sarah però insistette energicamente affinché lei venisse sottoposta ai dovuti controlli, ma la situazione precipitò già 24 ore più tardi: la giovane non riusciva più a camminare, riconosceva i membri della sua famiglia ma non ricordava più il secondo anno di college. Era arrivata a dimenticare persino intere parti della sua infanzia.
Fu l’inizio di un lungo calvario per la ragazza, oggi 26enne ma con alle spalle già due episodi di ictus ed altrettanti interventi di chirurgia cerebrale. Nel 2016 Sarah Porter ha pubblicato una foto ad un anno di distanza dall’ultima operazione, spiegando che: “I medici sono riusciti a rimuovere del tutto l’infezione, pertanto il mio occhio non ha più quell’aspetto“.
Il caso di Sarah ha sconvolto l’opinione pubblica a causa dei pregiudizi relativi agli ictus, vista la giovanissima età della ragazza all’epoca del primo attacco, ma fortunatamente lei è riuscita a riprendersi completamente, ed ora lavora insieme al neurochirurgo che le salvò la vita. Il messaggio che lancia oggi è semplice, ma importantissimo: “Abbiamo una vita sola, dobbiamo viverla e prendercene cura sin da subito“.