Nessuno ha vissuto la tua vita: non lasciare che gli altri giudichino ciò che non capiscono (1 / 2)

Nessuno ha vissuto la tua vita: non lasciare che gli altri giudichino ciò che non capiscono

La vita di ognuno di noi è qualcosa di unico ed irripetibile, nel senso più autentico di queste definizioni: non esiste né esisterà mai un’altra vita esattamente uguale alla nostra, né a quella di coloro che ci hanno preceduti, che vivono con noi e che verranno. L’eccezionale fascino dell’essere umano – della vita in generale – deriva proprio da questo, dal suo essere per definizione una singolarità non replicabile. Ciò implica però anche dei contro non indifferenti, come ad esempio il fatto che non potremo mai essere conosciuti del tutto.

Benché la psicologia, la sociologia e le scienze della comunicazione in generale abbiano fatto grandi passi avanti rispetto al passato, e continueranno certamente a farne anche in futuro, non si può prescindere dal fatto che arrivare a comprendere un essere umano del tutto è e rimarrà sempre una chimera. Questo è dovuto proprio al fatto che la veicolazione delle informazioni non sarà mai pura, ma sarà invece sempre viziata dai limiti fisiologici nell’espressione e nella ricezione dei messaggi, le quali saranno sempre mediate sia dai nostri organi di senso, sia dalla nostra mente.

Ciò implica necessariamente che la veicolazione pura di un messaggio complesso sia di per sé impossibile, a prescindere dalle nozioni in materia di comunicazione a disposizione. Ciò porta con sé numerose problematiche collaterali, tra le quali il fatto che basti davvero molto poco per giudicare senza essere effettivamente a conoscenza di una situazione, o comunque senza riuscire a comprenderla. Sulle origini e le dinamiche dei pregiudizi è stato detto e scritto molto, ed il problema fondamentale in questo senso è che liberarsene è tecnicamente impossibile.