Le donne intelligenti amano, ma non si fanno consumare dall’amore (2 / 2)

L’opinionista YourTango dell’Huffington Post ha spiegato che, per quel che la riguarda: “La cosa che dimentico più facilmente quando sono coinvolta in “affari di cuore” è che quella che sono in una relazione è solo un pezzetto di ciò che sono come individuo. Il mio amore per un’altra persona è solo una piccola parte del mio intero essere e, a prescindere da quanto possa tenere al mio amato, ad ogni relazione spetta una quantità limitata della mia energia personale“. Ecco ciò che significa amare in maniera critica.

Certo come lei stessa suggerisce, le persone più romantiche a volte storcono il naso nel sentirla parlare in questo modo, così come lo fanno nei confronti di qualsiasi altra persona condivida questo genere di pensiero. Perché non si dovrebbe dare tutto sé stessi, completamente e senza riserve in una relazione? La domanda prelude una serie di risposte molto complesse, che comprendono ad esempio l’ossessione e la depravazione dell’amore stesso in un sentimento diverso e corrotto, frutto sempre dell’amore ma privo dei suoi connotati più “leggeri” e basato invece sulla paranoia e la possessività estreme.

Tuttavia per capire perché per amare davvero non è necessario dare tutto indiscriminatamente per il proprio partner, anzi ciò è controproducente rispetto all’amore stesso, basta fare un ragionamento in realtà molto semplice. Amare una persona significa amare ciò che essa è, la sua personalità, la sua indole, il suo carattere, i suoi pregi ed i suoi difetti; se questa persona annulla sé stessa ed i suoi desideri, la sua personalità per venirci incontro, e noi finiamo col fare lo stesso…cosa rimane del nostro amore? Nient’altro che un informe blob egoista ed egocentrico che ama sé stesso, ma che non rispecchia né noi, né il nostro amato.